Tuesday, October 25, 2016

Gennaro Martusciello

I miei ricordi
li cerco
come aria
che penetrano nel mio cuore
fiumi di attimi nei miei polmoni
respirando vita
sgorgando sangue dalle
mie vene
ormai appassite
da un'amore
ormai finito...
Diritti Riservati (C)
Gennaro Martusciello

Lucciole

.......Le lucciole brillano di meraviglia,le stelle si appoggiano al mondo come una piuma sul prato e le braccia si distendono e vanno in cerca di altre braccia....Lá dove ci si ama non scende mai la notte....
��Dolce notte angeli��

Magari fosse

Artista

Thursday, October 20, 2016

Giochiamo????

☆Alda _ Merini ☆

"E poi fate l'amore."
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo i baci lenti sulla bocca, sul collo, sulla pancia, sulla schiena, i morsi sulle labbra, le mani intrecciate, e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti da diventare una cosa sola, corpi incastrati e anime in collisione, carezze sui graffi, vestiti tolti insieme alle paure, baci sulle debolezze, sui segni di una vita che fino a quel momento era stata un pò sbagliata.
Intendo dita sui corpi, creare costellazioni, inalare profumi, cuori che battono insieme, respiri che viaggiano allo stesso ritmo, e poi sorrisi, sinceri dopo un pò che non lo erano più.
Ecco, fate l'amore e non vergognatevene,
perché l'amore è arte, e voi i capolavori.

                                ☆Alda _ Merini ☆

Rammento

Rammento
ogni cosa
come fosse ora
ascolto ancora il suono
del tuo cuore appagante
che incespicava nei sogni miei
dentro un dolore insistente
imprigionato
illusione di te forse
non ha alcuna importanza
quello che sei stato
adesso concima le mie emozioni
mentre la mia anima ti cerca......

Wednesday, October 19, 2016

L'anima

Non piegarla e non
Farla annacquare,  non
Cercare di renderla logica:
Non modificare la tua
Anima secondo la moda,
Piuttosto, segui le tue ossessioni più
Intense senza pietà;
Perché è  il solo modo
Per placare.
(Franz Kafka) 

Fidarsi? Gia mai

Tuesday, October 18, 2016

(Andrew Faber)

♥ Avresti dovuto capirlo
da come ti guardavo
gli occhi, le labbra, le mani e il cuore.
...i sogni, le paure,
gli attimi e le curiosità.
...da come ti rubavo al tempo
per renderti libero di scegliere
di perderti e di tornare.
Avresti dovuto capirlo
da come ti chiamavo mio
che non ti avrei lasciato uscire più
da questa vena di felicità
che mi commuove il sangue...
e che io adesso
chiamo amore.
(Andrew Faber)

Certi giorni

Certi giorni vorrei solo salire in macchina, prendere una strada qualsiasi senza meta, fermarmi e guardare l'immensità del cielo. C'è un pensiero che non mi lascerà mai: ovunque tu sarai, io sarò sempre con te!

Thursday, October 13, 2016

Cammina con me

Cammina con me...
Stammi accanto in questa notte che non mi vuole parlare....
Accendi insieme a me tutte le luci per non avere più paura.....
Fammi sentire la tua voce.. Ascoltero' senza fiatare...
Stringimi la mano e conducimi in un sogno...
Il nostro....


Per far felice una donna

E poi penso  che ;
per far felice una donna non ci vuole molto,
ma ci vuole molto,
non ci vuole molto impegno,
ma ci vuole molta passione.
Non ci vogliono molti soldi,
ma ci vuole molta creatività.
Per vedere se
la donna che hai accanto sta bene,
tu portala a passeggiare, mi diceva.
Portala nei vicoli della città,
portala a guardare le cose piccole,
come le vecchiette che
annaffiano dai balconi.
Perché quando si cammina
i pensieri stupidi scorrono via,
e rimane solo il presente,
la bellezza del giorno, voi due.
Poi, portala a fare un aperitivo, mi diceva;
quella sarà la prova del nove.
Fate un bell'aperitivo insieme,
riposatevi dalla passeggiata,
bevete e mangiate, ridete,
diamine falla ridere.
E se dopo l'aperitivo ti dice:
io ho ancora fame, andiamo a cena ?
Allora significa che quella persona
sta davvero bene con te.
È felice, mi diceva.
Perché una donna quando sta bene
ha sempre fame...

La donna

La donna mostra solo ciò che vuole
il resto
o lo si merita
o lo si immagina.

Offerta limitata

Dario Fo

In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa.
Dario Fo (24 marzo 1926 - 13 ottobre 2016)

È una serata pacata

È una serata pacata,
                   di silenzio, di vuoto.
                   Con gesti misurati,
                   lentamente,
                   con infinita solitudine
                   e distaccata pietà
                   mi libero... di un sogno          tradito  

                                                     M.B.  ��❤

Wednesday, October 12, 2016

(Erasmo da Rotterdam)

Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell’uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso.
(Erasmo da Rotterdam)

(Bertrand Russell)

Nella parte di questo universo che noi conosciamo c’è grande ingiustizia e spesso il buono soffre e spesso il cattivo prospera e si fa fatica a dire quale delle due realtà sia più irritante.
(Bertrand Russell)

Ciao

(M.G. Powers)

"Se hai qualcuno nel cuore, l’hai vicino per sempre."
(M.G. Powers)

E lo avevano trovato lì, vicino al faro.

Avevano vissuto in città, ma era troppo rumorosa per i loro silenzi fatti di sguardi e nonostante il centro fosse bello, non era il loro centro.
Avevano vissuto in campagna, ma era troppo silenziosa per accogliere le loro risate.
Avevano girato il mondo per trovare il loro mondo. E lo avevano trovato lì, vicino al faro. Quella piccola casa dalle grandi vetrate a picco sul mare era arrivata per caso, un giorno d’estate quando ormai avevano smesso di cercare, quando ormai avevano quasi abbandonato la speranza di trovare un rifugio su misura e di abbandonarsi a un posto che li contenesse più che ospitasse, le famose quattro mura.

Agata, che era più stabile sui tacchi che sul paio di Havaianas molto trendy che aveva cocciutamente voluto indossare per dimostrare di poter stare con i piedi per terra, aveva conclamato la sua resa appoggiando la schiena a un vecchio muro, incurante che l’edera o qualsiasi altra cosa potesse macchiare il candore del vestito in sangallo bianco.

Aveva guardato Pablo dritto negli occhi senza proferire parola. Loro parlavano anche così, con gli occhi.

In quello sguardo un messaggio chiaro, lineare, senza fronzoli: “Ti seguirò anche in capo al mondo, ma tutto questo sali e scendi mi ha distrutto. Fermi-amo-ci un momento”.

Era seguita una fragorosa risata, complice una sana propensione a volersi sorprendere ogni giorno innamorati.

Pablo si era avvicinato, come per spostarle i capelli e lei era già pronta ad accoglierlo. Era sicura che la volesse, lì in quel momento, come due ore prima in un parcheggio pubblico o come mezz’ora dopo tra l’ombra della pineta e il canto delle cicale. Non esisteva il momento sbagliato per prendersi, solo quello giusto.

Lo stupore si dipinse sul volto di lei: non la cercò ma, delicato, spostò i rampicanti dietro la sua amata per andare a scoprire una targhetta in ceramica con la scritta “Casa” dipinta in un bel colore blu Tuareg. Sotto, un cartello malamente scritto a mano: “Vendesi”.

Lo stupore infastidito di Agata mutò nel sorriso compiaciuto di chi ha ricevuto un regalo inaspettato. Le prese la mano alla ricerca dell’entrata, che era lì, nascosta tra i gelsomini ribelli. L’eccitazione che li percorreva era quella che accompagna i fanciulli nelle imprese proibite, come entrare nel garage di papà, nello studio del nonno o frugare tra i gioielli di mamma.
Senza mai lasciarsi entrarono ubriacati dal profumo di quel giardino sfuggito al controllo dell’uomo ed esploso al comando dell’estate.

Di fronte a loro una vecchia casa dalla facciata che una volta doveva essere stata bianca, gli infissi in legno ormai corrosi da sole e sale e una grande porta in legno con un batacchio in ferro, ormai ossidato, con la faccia di Eolo a far da guardiano.

Agata nella sua romantica scaramanzia bussò tre volte all’uscio prima di entrare guardando Pablo come fanno i bambini che credono ancora alle favole. Pablo nella sua radicata razionalità numerica aveva ceduto nel tempo a questo vezzo primitivo che era parte della singolarità di quella donna che aveva deciso di avere al suo fianco. Lei è così, si era detto.

Al di là della pesante soglia scricchiolante, una cucina in muratura dava direttamente su una grande sala in cui spiccava un tavolaccio in rovere. Doveva aver visto numerose battaglie quel legno.
Le pentole in rame e i disparati oggetti che parlavano la lingua del mare trovati sparsi per la casa li aveva portati a stabilire che fosse l’alcova di una buona cuoca e di un marinaio navigato.
Era sporca, malandata e con un gran bisogno di cure, ma quello spazio, in cui una grande vetrata diretta sul mare faceva da padrone, doveva essere loro, almeno per un giorno, almeno per quel momento.

D’istinto Pablo baciò Agata che, fingendosi intimidita, si lasciò spogliare per essere guardata lì, nuda come un quadro, in attesa di essere presa davanti al mare.

Pablo, che di Agata conosceva vizi e desideri, i più dati da lui, iniziò baciandola profondamente mentre la sua mano era già tra le sue cosce. Amava assaggiarla, lo eccitava sapere che quella donna si bagnava solo per lui.

Dopo averla toccata, prese l’indice, la guardò negli occhi e lei ubbidiente assaggiò il suo stesso sapore mentre le due lingue iniziavano a danzare vogliose. I due corpi non si lasciavano tregua, uno attaccato all’altro quasi con la paura di perdersi, lì in piedi davanti alla vetrata.

Agata decise che ora era il momento di prendere posizione, così con la mano destra tesa sul cuore di lui, ma senza mai lasciare la sua bocca, lo fece indietreggiare fino all’impolverato Chester color whisky dove lo obbligò a sedersi. Inginocchiata con i seni che volgevano a sud, sfilò il costume di Pablo. Voleva constatare che anche lui la desiderasse in egual misura alla sua voglia. Senza usare le mani prese in bocca il suo pene turgido, leccando dapprima dolcemente, poi con foga, quella che vuol portare un uomo a esplodere senza inibizioni. Solo nel momento in cui la stretta di lui tra i lunghi capelli iniziò a essere troppo incontrollata spingendola sempre più giù lei si spostò, mozzando il fiato di Pablo.

Le sorrise perché sapeva ciò che voleva. Sapeva che Agata voleva godere guardando il mare e lui negli occhi. La lasciò fare. A cavalcioni su di lui prese il ritmo imposto dalle mani lunghe e ben disegnate di lui che, ancorate ai fianchi morbidi, sapevano che tutta quella furia voleva essere domata. I fiati si davano botta e risposta fino a quando la schiena di lei non si inarcò lasciando che i lunghi capelli accarezzassero le natiche e le mani di lui che l’aveva bagnata con il suo piacere.

Agata amava guardare il suo uomo nudo, amava quella pelle colorata dal sole e segnata dalle esperienze, amava guardarlo mentre fumava dopo averla avuta.

Dopo essersi fatti l’amore caddero in un sonno profondo, come se quella fosse casa loro.

Si svegliarono solo ore più tardi e la sera aveva fatto capolino. In casa un’unica luce intermittente che arrivava da poco più sopra. Il faro era la loro luce.

la buona musica

La vita è come un pianoforte, i tasti bianchi sono i giorni felici e quelli neri sono i giorni tristi. Ricordati solo, che servono entrambi per fare della bella musica.

Angela Vece

Le donne difficili

Non è da tutti amare le donne difficili, spigolose, quasi inaccessibili. Solo apparentemente sono solari ed estroverse, anche sicure di sé, ma in realtà sempre diffidenti e insicure, sempre sulla difensiva. E si tengono tutto dentro. Non guardatele troppo negli occhi, perché non vogliono far vedere a nessuno la loro rabbia, delusione, paura, fragilità. La solitudine le accompagna, anche quando hanno decine di corteggiatori. Perché amano ma non dipendono mai dall'amore, da quell'amore che per loro è solo un sogno. E sono dure, prima di tutto con se stesse. Solo chi sa guardare oltre il sorriso riesce a vedere il muro impenetrabile che hanno eretto. Che difende la loro interiorità ricca ma ferita, spaventata. La loro sensibilità troppe volte ferita. Il difficile vissuto che solo loro conoscono. Perché sono donne spigolose, difficili, quasi inaccessibili.
Quelle con l’anima in fiamme e il sorriso splendente.

Agostino Degas