T’ho cercata
in un eco di parole,
ai margini
di potenziali illusioni,
e nel divenire sempre più stanco
d’un’ipotesi
dissolta nel silenzio.
E mi sono arreso,
mentre
seguendoti nel buio
e ferendomi ad ogni colpo,
ad ogni manciata di passi,
mi perdevo
nell’assurda certezza
di fidarmi
dell’unico sentiero
che mi riportava a casa.
Attraversava l’infinito
la nebbia,
e soccombevo ai pensieri
che si rincorrevano
senza fermarsi,
senza chiedersi i perché.
Perché
cercavo la mia strada.
La più logica
d’un’esistenza serena,
facendomi trascinare
dall’unico motivo
per sentirmi vivo.
E l’ho percorso
a pugni stretti,
allontanandomi dalla ragione,
graffiandomi
con spine nascoste tra le foglie,
senza però riuscire
a rivedere
l’azzurro del tuo cielo.
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